Mi sveglio in questa domenica, ma mi rendo conto da subito che la percepisco un po’ anomala. Mi alzo come ogni mattina , e come d’abitudine guardo fuori dalla finestra, ma stavolta non riesco a percepire nessun movimento, nessun rumore come normalmente accade. Mi sono sentita sola improvvisamente, sola in questo mondo, nonostante sia ben consapevole che intorno a me la vita delle persone che mi stanno accanto, scorre come sempre, condividendo insieme a me i risvegli e quei conviviali e abitudinari scambi.
Ho fatto un sogno stanotte, e lo ricordo molto bene. Mi sono vista seduta su una riva straniera, o forse solo nascosta in qualche anfratto della mia mente, per sopravvivere al tempo che scorre. Davanti a me c’era il mare, e le sue onde mi bagnavano i piedi a riva . Di fianco, dalla parte del mio cuore, osservavo lo scorgere della prima luce accesa del sole, che allontanava lentamente le ultime tracce del buio della notte ormai consumata. Sola, ero proprio sola su quella spiaggia che alla fine in cuor mio riconoscevo benissimo . Ero sola a guardare una linea sempre più invisibile ai miei occhi, nel vuoto immenso di quel mare. Una linea che assomigliava molto ad un orizzonte che conoscevo ma che ormai era diventato indecifrabile per me. Mi sono sentita impotente davanti a quello scenario, incapace di fare qualsiasi cosa che potesse farmi avvicinare a quella linea d’orizzonte che sapevo in cuor mio che un tempo doveva appartenermi, e che avrei dovuto condividere. Sapete, io non me la vado a cercare ma, quando mi sveglio in questo modo mi prende subito la malinconia dentro. Mi prende male, quando faccio questi sogni senza una trama certa, perché percepisco da subito, il mio bisogno di ritrovare, di rivivere quei momenti in cui non stavo sola fisicamente. Quel periodo della mia vita in cui mi sentivo completa, audace, realizzata affettivamente, un po’ folle, spesso dannata ma comunque felice e appagata per l’amore che sentivo di avere accanto e per me soltanto. Ho amato, lo so, e so anche che dovrebbe bastarmi perché ho amato tanto e davvero ma… non sempre mi riesce di sentirmi fortunata per aver provato.
“Eppure mi manchi, e mi manchi sempre, senza capire ancora il perché. É come un vuoto che non si riempie se non del niente, e resto statica, incarcerata. Ogni singolo mio gesto, ogni singolo suono delle mie parole, ripetute nel più assordante silenzio diventano come un’affilata arma lanciata in aria, che descrive sempre lo stesso cerchio, e immancabilmente torna indietro verso di me, ferendomi tutte le volte.
Mi capitano ancora momenti così, in cui non ho nessuna volontà per reagire, mi sento morire dentro, e mi rattristo. Ma poi, piano rinasco nuovamente e riprendo la mia vita, ma diversa da quella che volevo. Non so il perché, ma ancora mi succede dopo tanto tempo di smarrirmi dentro un rapporto consumato, come se non fosse mai davvero finito. “In quell’angolo deserto del mio cuore risuona l’eco delle tue parole, delle note di un tempo fermo immobile che non sente ragione e che niente vuol dimenticare, mai”
E ascolto così, quasi con fare compulsivo, mentre aspetto che l’umore, cambi.
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