Noi adesso si ci prepara
Si ci mette in macchina
Si ci avvia fuori paese
Si ci va a fare un dopo cena in un pub
Si ci prova a far le brave
Si ci mette di buon grado
Si ci ricorda di non far mattino perché non
si ci ha più l’età !
Si ci lascia la micia per voi.
Datele un’occhiata perché l’é una birba ! Non è gelosa di me… è proprio strunz! Mi si è aggrappata alla gamba con quelle unghiette da predatrice e mi ha smagliato i collant in microfibra uffa!!!!!! Strunz!
Mô só guai per la birba ! 😂😂😂😂 la adoro comunque. Devo prendermi l’antistaminico per star nella stessa casa con lei son allergica! 😒
Buona serata!
Categoria: attimi dispersi nella mente
Distorsione mentale mia.
Ecco cosa mi ricordava l’inizio di questo pezzo fantastico dei NIN!
I mansardati radical qualcosa, quando mi bussano col manico della scopa al soffitto mio perché ascolto e canto a squarcia gola se resto sola la sera! Vè!!!
Grazie Liza! 😉 grande! L’altra sera mi hai dato una memoria smarrita!
Ahhh puntualizziamo!
(il cane se va a nascondere è vero, mica per la musica… a manetta, ma per i colpi al soffitto dei radical due… che credete!)
Mi debbo svegliareeeeeeeee!🎧
Storia di tutti i giorni
Titolo:
“mi sono fatta una promessa”
Io ancora ti penso, ma solo quando la ragione si assopisce, e mi rallenta il fiato, lasciandomi così un varco aperto nell’immaginario ottico, sul soffitto illuminato da un ricordo
Mi vedo, camminare lenta, con quell’equilibrio scarso, che mi distingue sempre dai sicuri.
Guidata dall’eco d’un tempo, dal suo fare dolce e ammaliante e che in solitudine si dissolve come musica senza voce, mi avvicino al ciglio familiare di un burrone. Tu.
Eccola la linea di confine tra il mio cielo annuvolato dall’umore grigio, e il tuo essere sempre come un precipizio, fra lo scosceso il dirupato, assai ripido e profondo .
Eccola la linea da superare allora, e mi basta solo un’altro passo per guardare giù.
Così avvicino un po’ di più la mia curiosità affamata, spostando in avanti il corpo stanco, ma solo per vedere dalla parete che immagino ripida, laggiù cosa si cela ora.
D’improvviso tremo, vertigini mi prendono, lo stomaco mi si annoda come un cappio ben stretto al collo e la testa, quella la sento trafitta dagli spilli.
Tremo, e sento tanto freddo. Ho troppo freddo!
Senza ancora guardare giù, arretro piano e mi ritraggo come un riccio fatto a palla, preso a calci da una ruota.
Mi allontano ancora ma solo di un’altro mezzo passo, metto in sicurezza la mia vista, ma ancora continuano i miei tremori
Sento addosso la Paura, la sento come abiti inzuppati di benzina nauseante pronta a darmi fuoco. La vedo davanti come graffi vivi inferti da un felino, come a provocare quell’indifferenza distratta dal dolore perché svelta mi allontani dalla tentazione.
la sento fin dentro le ossa la Paura, come quando la ragione vigile di me mi osserva, con disprezzo e cattiveria, ammonendomi a suon di botte, per la debolezza che con me sempre si specchia.
Ho paura, paura di andare avanti fino al ciglio e di sporgermi davvero, di vedere un cambiamento inaspettato al tempo non più in comune ma ormai diviso.
Ho paura, di un nuovo, che potrebbe esserci laggiù, e che mi coinvolga ormai nel niente.
Ho paura anche, di vedere rigogliosi prati d’erba appena nata, e ho paura pure, di scorgere dall’alto, vigneti pieni di grappoli dolciastri e maturati al sole, pronti da mangiare per chi li ha colti.
Ho paura di vederne il fondo pieno d’ogni tutto ma non di pezzi fatti ancor di me.
Ho paura, di scorgere strade nuove, case pitturate e fresche, tutto un’altro vivere,di altre direzioni, che a me non concedono un’asilo, o un diritto d’appartenenza.
Nell’attimo acuto del dolore di quei pensieri sparsi come lava incandescente, il coraggio, del vedere ormai e comunque, una qualsivoglia realtà per me visiva mi cattura e mi spinge avanti .
Poca spinta , uno, anche due passi in avanti muovo, e gli occhi rigorosamente tengo chiusi.
Poi, sul ciglio che si sbriciola di sotto, al mio fermarmi a filo mi fa allungare il collo per potermi mettere in osservazione , mentre piano le mie palpebre comunque intimorite si aprono a fessura una ed una. Lo sento il desiderio di vedere ad ogni costo, fluisce il sangue forte fino in testa, ma non cedo al mio timore che sopraggiunge ancora.
Sto quasi per vedere un’ombra laggiù che piano prende forma, ma la mia ragione d’un balzo si risveglia, trascinandomi con forza via da quel burrone, scaraventandomi per terra.
Pulisco le mani e gli occhi dalla polvere, e come sempre alzandomi tante e tante volte ormai da terra, focalizzo una promessa che mi sono fatta tempo addietro . In libertà lampeggia e a intermittenza..
“Basta… non guardare più!”ripete la mia voce fatta striscia . “Cate te lo sei promesso anche nel tuo sonno ingannatore … “non guardare più niente di quel che è ormai di lui, degli altri e del loro status.“
Cate.
E’ dura restare coerenti, e coi piedi ben saldi al pavimento, con se stessi a volte, ma me lo son promesso. e le promesse io non le rompo! Manco davanti ad un mitra puntato ecco !
Ma faccio a cazzotti ogni santo giorno, con quella “me”, razionale, fredda e sempre più logica, e quell’altra “me”, troppo emotiva, contraddittoria e troppo troppo masochista, che ha sempre bisogno di sapere, di vedere, come sta lui, cosa fa lui , con chi sta, dove va..
Che fatica gente tenermi a bada!
Posso solo sperare che (il mio esserne sempre innamorata di Lui) prima o poi mi passi.
ciao !
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