Che facciamo? Mettiamoci comodi, (io almeno), perché la giornata per me è quasi conclusa…
A casa ci sono arrivata , e riesumare le babbucce natalizie mi consola.
Le renne mi accompagnano in questo cammino un po’ a rilento per la stanchezza.
In questo momento casa mia sembra il luogo più sicuro.
Lascio fuori i pensieri, le imprecazioni, e forse (perché ormai è tutto un forse), lascio fuori anche il virus.
I tempi sono cambiati. Noto le serrande mentre rientro, che si abbassano velocemente, alcune ancora prima dell’orario di dovere, mentre altre da quel che ogni giorno vedo, non si sono mai più rialzate.
Domani mamma compie 87 anni, anni importanti, pieni di esperienza ma anche pieni di sacrifici e di piccole gioie.
Il mio augurio è che vada avanti così ancora per lungo tempo, ad impartirmi lezioni di esperienza, e tentando qualche approccio di abbracci suoi che spesso non vanno mai a buon fine, perché mamma è stata cresciuta così: l’amore, lei lo trasmette con il cibo che cucina.
Pochi sono i gesti affettuosi, le effusioni scherzose ma ciò che conta è, che ancora lei c’è.
Ho deciso di comprarle una torta; l’anno scorso il dolore per papà perduto, non ci ha permesso di ricordare gli anni suoi appena fatti.
Lo ammetto , un po’ ci abbiamo rinunciato a spegnere le candeline, solo per non farla soffrire per quei ricordi vissuti fino a poco tempo prima insieme a lui.
Ma quest’anno no, nessuno e niente potrà privarci di questo piccolo gesto d’amore, che ha portato la mamma, la nonna, ad aver vissuto un anno in più con noi.
È così che vi saluto stasera, con le babbucce natalizie calde ai piedi, e i miei pensieri attorcigliati, che più attorcigliati di così non si possono ulteriormente attorcigliare. ♥️

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