Sono felice perché ho aiutato un’amica, e sono felice perché ho occupato del tempo in modo costruttivo, e sono felice perché mi sono sentita utile e importante, ma soprattutto sono felice perché mi sono sentita per un po’ “qualcuno”.
Non è poca cosa per una persona come me che a stento emerge, proprio perché il più delle volte cerca di mantenere un basso profilo. Ma quando accade è come se un granello di sabbia diventasse la cima di una montagna conquistata, e questo mi fa stare bene.
Ho scritto una sorta di poesia, ma in realtà è più un insieme di pensieri, per il momento lieto che ho vissuto. È proiettata tutto in un altro paesaggio, ma riflette quello che ho dentro di me. A rileggerci domani.
Sulla coffa
Il sole si affaccia timido e asciuga le cime delle vele, creando giochi di vapori nell’aria.
Le bianche vele ormai asciutte dopo la tempesta, assomigliano ad anime fluttuanti nel cielo pulito, che rincorrono i caldi raggi del sole.
Un invito, a far brillare lo scafo fra le onde del mare ormai calmo .
Un marinaio dall’alto dell’albero maestro, osserva tutto e sorride complice del gioco.
È intento ad osservare i taciti pensieri felici dei naviganti dei mari che gli passano accanto.
Immagina di tuffarsi nelle acque turchesi, per regalare al vento schizzi brillanti come monete dorate, e sogna.
Sogna di acchiappare ogni curioso sospiro per confonderlo, animarlo, per non disperderlo nell’abisso blu salato.
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